Terreni ed Aree Urbane/Industriali
L’effetto fisico immediato dello sversamento dell’olio nel terreno è quello di ridurre l’assorbimento dell’acqua da parte del suolo. Questo provoca una vera e propria denutrizione della flora che non riesce a svolgere le proprie funzioni vitali basilari. A questo bisogna aggiungere l’effetto chimico di ciò che è stato sversato che influisce primariamente sulla fauna selvatica.
La priorità è ridurre velocemente e prevenire la dispersione dell’olio nelle falde superficiali. In questa maniera si riduce l’area d’impatto e le conseguenze sull’ecosistema locale che potrebbe colpire attività produttive (allevamenti, coltivazioni, acquedotti, industrie, ecc.) avvelenando la catena dell’alimentazione umana.
Tecniche tradizionali e di biorisanamento possono essere considerate a seconda della tipologia d’intervento.
Aree Costiere
Queste includono spiagge (sabbiose o ciottolose), zone umide e paludose, scogliere, porti e marina, laghi, fiumi e corsi d’acqua.
Spiagge (sabbiose o ciottolose)
Queste aree sono normalmente utilizzate per attività turistiche, ma non sono rari i casi di presenza di zone protette per la presenza di animali protetti (tartarughe, uccelli, ecc.) o di specifiche conformazioni naturali. La penetrazione dell’olio potrebbe essere importante e le tecniche di bonifica potrebbero prevedere la movimentazione di elevati volumi di materiali o la sostituzione degli stessi.
Zone Umide o Paludose
Presenti sia lungo le coste marine che fluviali e lacustri e si presentano come paludi, torbiere, acquitrini. Sono un ecosistema molto delicato e in equilibrio precario. È un’ambiente attraverso il quale defluiscono i nutrienti dalle zone circostanti. Sono caratterizzate da un’elevata biodiversità specifica con la con la presenza di numerose specie importanti , commercialmente ed ecologicamente. Gli interventi devono essere eseguiti in maniera non invasiva, “tailor made”, con una conoscenza specifica delle criticità.
Scogliere
Sono zone dove l’assorbimento degli oli non è profondo, ma bisogna essere coscienti della presenza di situazioni particolari di pregio con la presenza di flora ofauna protetta (mammiferi, uccelli, ecc.) o di zone turistiche. Gli interventi per quanto mirati sono nella quasi totalità dei casi “labour intensive” e risulta necessario escludere molte tecniche.
Acque costiere, Porti e Marina
Le acque costiere possono essere intese quelle fino a 10 m (30 piedi) dalla battigia non a contatto con la costa naturale dove la presenza di habitat particolari (posidonia, coralli, relitti, ecc.) può definire procedure differenti rispetto a quelle tradizionali. Dove sono presenti porti o marina un inquinamento può bloccare le attività di navigazione per motivi di sicurezza e questo condiziona le attività industriali e ricreativi con seri danni per l’economia. La conoscenza dei luoghi, della meteorologia, delle correnti e la rapidità d’intervento spesso annullano le conseguenze di uno sversamento rendendo le acque fruibili per le attività ricreative o produttive.
Laghi, Fiumi e Corsi d’Acqua
Un inquinamento in queste aree può avere effetti molto importanti per l’ecosistema e per la popolazione. Aree circoscritte come i laghi spesso sono utilizzate per gli acquedotti o per l’allevamento dei pesci e i fiumi ad essi collegati possono amplificare l’espansione dell’inquinamento. L’espansione dell’olio lungo i fiumi danneggia seriamente sia la flora che la fauna oltre che rendere inutilizzabili le acque per l’uso umano o l’irrigazione. Gli interventi devono essere rapidi con un’organizzazione stabile fortemente coordinata ed esperta dei luoghi e delle tecniche oltre che con procedure consolidate.